Gli USA si ritirano dall’Afghanistan

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ritirerà tutte le truppe americane dall’Afghanistan entro l’11 settembre di quest’anno, ponendo fine a una guerra di 20 anni. Anche se la notizia è stata riportata per la prima volta dal Washington Post martedì, Biden dovrebbe rendere l’annuncio ufficiale oggi.

La data del ritiro, due decenni dopo gli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono, è in ritardo di mesi rispetto a un precedente accordo stipulato tra i talebani e l’amministrazione Trump. Secondo il cosiddetto accordo di Doha, le truppe statunitensi avrebbero dovuto lasciare il paese entro il primo maggio.

Questo dettaglio non è stato perso dai leader talebani, che hanno rilasciato una dichiarazione dopo la notizia che mette in discussione la sua futura partecipazione ai colloqui di pace. “Finché tutte le forze straniere non si ritireranno completamente dalla nostra patria, l’Emirato Islamico non parteciperà a nessuna conferenza che prenderà decisioni sull’Afghanistan”, ha detto martedì Mohammed Naeem, un portavoce dei Talebani.

L’ultimo round dei colloqui di pace è fissato per il 24 aprile, ha annunciato martedì il ministero degli esteri turco.

Sebbene il ritiro incondizionato rappresenti un allontanamento dalla politica di nation-building adottata dai predecessori di Biden, non segnala un più ampio ridimensionamento delle ambizioni statunitensi, almeno per quanto riguarda la spesa. Venerdì scorso, la Casa Bianca ha annunciato la sua proposta di bilancio di 715 miliardi di dollari per il 2021, mantenendo effettivamente l’aumento del bilancio della difesa di Trump e assicurando che gli Stati Uniti spendano ancora all’incirca la stessa cifra per la difesa dei prossimi 10 paesi più spendaccioni messi insieme.

Un’impresa ardua. Michael Kugelman, senior associate per l’Asia meridionale al Woodrow Wilson Center e autore del settimanale Foreign Policy’s South Asia Brief, mi ha detto che la storia recente tra il governo afgano e i talebani – dove anche gli accordi sugli elementi procedurali dei colloqui di pace hanno richiesto mesi – preannuncia giorni difficili. “Annunciare la data del ritiro è stata la parte facile”, ha detto Kugelman. “Ora viene il lavoro veramente difficile di capire come mantenere vivo un processo di pace già balbettante in un momento in cui i Talebani stanno godendo di un vantaggio ancora maggiore di quello che già avevano”.