Chi ha paura del rilascio di Loujain al-Hathloul?

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Abbiamo già parlato in queste pagine della storia incredibile della giovane attivista per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul, 30 anni, reclusa in prigione da quasi due anni.

La sorella di Loujain chiede sui social che venga liberata dopo che il suo processo in Arabia Saudita è stato rinviato indefinitamente a causa dell’epidemia di coronavirus.

Lina al-Hathloul si è pronunciata dopo che l’udienza è stata rimandata due volte in una settimana, prima perché il giudice era malato e poi a causa di Covid-19, che ha chiuso tutti i tribunali nel regno del deserto.

Lina ha affermato che le autorità di Riyadh dovrebbero seguire l’esempio di Teheran che ha rilasciato Nazanin Zahgari-Ratcliffe, il volontario iraniano-britannico che è uno degli 85.000 prigionieri che sono risultati negativi per il virus e sono stati liberati su cauzione per prevenire la diffusione dell’infezione.

Lina ha detto che a sua sorella dovrebberoe ssere concessi gli arresti domiciliari se l’epidemia di Covid-19 causasse un ritardo prolungato al processo in corso.

“Qualsiasi cosa è meglio che essere in prigione”, ha detto la 25enne, i cui genitori hanno una casa a Riyadh dove lei potrebbe alloggiare.

“La sua famiglia è preoccupata che ciò possa trascinarsi perché nessuno sa per quanto tempo i tribunali saranno chiusi a causa dell’epidemia di virus e Loujain non dovrebbe semplicemente essere abbandonata. TNon c’è chiarezza – lei sta solo aspettando all’infinito senza sapere nulla. Ha già chiesto il rilascio temporaneo prima ma non l’hanno mai accettato.”

Lina ha dichiarato che sua sorella è emersa “più forte e più positiva” dopo otto mesi di isolamento terminati il mese scorso quando è stata trasferita nella prigione di Al Hayer, 25 miglia a sud della capitale saudita.

Prima del trasferimento era stata sottoposta a terribili trattamenti di tortura che includevano il waterboard, le scosse elettriche, l’alimentazione forzata e le minacce di stupro e omicidio.

Ad agosto le è stata offerta la possibilità di essere liberata se fosse apparsa in un video negando di essere stata torturata, cosa che ha rifiutato di fare.

“Loujain sa che le autorità stanno cercando di piegarla ma non si arrende”, ha detto Lina al New Arab.

E’ la quarta volta che Loujain viene incarcerata o detenuta.

La prima e più famosa occasione è stata nel 2014, quando è stata incarcerata per 73 giorni dopo aver tentato di guidare in Arabia Saudita dagli Emirati Arabi Uniti ed è stata arrestata al confine.

Nel 2017 è stata detenuta per aver inviato una petizione al re chiedendo la fine del sistema di tutela maschile.

Quindi, nel marzo 2018, è stata trasferita negli Emirati Arabi Uniti e trasportata in aereo privato in Arabia Saudita, dove è stata messa al bando di viaggio e rilasciata.

È stata nuovamente arrestata il maggio successivo mentre l’Arabia Saudita si preparava a revocare il divieto di guida delle donne e non desiderava intralci da parte attivisti per i diritti umani, come Loujain.

Lina è una dei sei fratelli, tre dei quali vivono all’estero facendo una campagna per la sua liberazione.