Testimone d’Accusa: il giallo di Agatha Christie sul palco del Teatro Quirino di Roma

Testimone d'Accusa: il giallo di Agatha Christie sul palco del Teatro Quirino di Roma
Clicca qui per ASCOLTARE la lettura dell
Getting your Trinity Audio player ready...

Testimone d’accusa è un perfetto dramma giudiziario, mai mes so in scena prima in Italia, con grande cura nella resa processuale e del linguaggio giuridico, compresa la suspense finale. Imitata tante volte, ma mai superata, questa è la trama più bella costruita da Agatha Christie.

Il pubblico entra in maniera travolgente nella psiche dei personaggi, schierandosi con l’uno e poi voltandosi con l’altro, ed è una meccanica perfetta, con domande e dettagli affascinanti fino alla fine.

La rappresentazione teatrale in scena al teatro Quirino fino al 29 gennaio è diretta da Geppy Gleijeses, protagonisti Giulio Corso e Vanessa Gravina insieme a Mohamed Yaser, Antonio Tallura, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Michele Demaria, Erika Puddu e Lorenzo Vanita.

Uno spettacolo teatrale che presenta tutti attori di alto livello, anche se alcuni di loro stanno emergendo, ognuno interpretando il ruolo migliore che gli è stato assegnato. Come è prassi di tali storie, stiamo assistendo al culmine della storia. L’esposizione iniziale dei fatti è caratterizzata da un tono più lento che gradualmente inizia a creare tensione, curiosità e suspense nel pubblico. Per i pochi che non conoscono la famosa storia di Agatha Christie, il finale è inaspettato, in cui ogni piccolo dettaglio che prima sembrava insignificante diventa importante e tutto viene presentato in forma omogenea, la storia ha subito diversi ribaltamenti di fatti, per poi concludersi con una svolta, che è stata ben accolta dal pubblico.

Leonard Stephen Volpe e Kristen Helm, i protagonisti di “Testimone d’accusa”, interpretati da Giulio Corso e Vanessa Gravina, sono controversi: il lato contraddittorio li fa infatti conoscere al pubblico, che cerca sul posto la verità del caso.

Il testo drammaturgico utilizza la tensione che è sempre molto alta, facendo lentamente emergere gli evidenti pregiudizi di cui è piena la società.

Mostra la vulnerabilità delle donne e allo stesso tempo il loro riscatto. Agatha Christie, profonda conoscitrice dell’animo umano, riesce qui a mostrare come la verità abbia molte sfaccettature.

La commedia/dramma esamina la misura in cui i media e la società partecipano alla costruzione della verità procedurale, e come spesso siamo condizionati da pregiudizi e come i preconcetti possano in definitiva avvantaggiare coloro che sono interessati a manipolare la loro ricostruzione.

L’allestimento al Quirino gioca sui particolari potenti, sottolineati dal grande allestimento scenografico del Tribunale, dal ticchettio di un’autentica macchina stenografica del 1948 che trascriverà tutti i verbali del processo, dalla partecipazione di sei giurati scelti tra il pubblico sera per sera e chiamati a giurare e ad emettere un verdetto.

Le performance del cast, dalla bravissima Vanessa Gravina, a Giulio Corso, e Geppy Gleijeses (che ha sostituito Giorgio Ferrara indisposto) è di grandissimo livello, con il pregio anche di aver avuto il coraggio di misurarsi con i mostri sacri del cinema.