Crescono i timori per la diffusione della variante Delta

Crescono i timori per la diffusione della variante Delta
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L’aumento della variante delta del coronavirus in tutto il mondo sta rendendo nervosi i governi, che temono un altro aumento delle infezioni e un ulteriore ritardo dei piani di riapertura economica.

Mercoledì, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che la variante è stata identificata in 85 paesi, mentre l’agenzia ha continuato a monitorarla come una delle quattro varianti di preoccupazione.

La variante è già diventata prevalente nei paesi con alti tassi di vaccinazione, ma che non hanno ancora vaccinato l’intera popolazione. Ora rappresenta il 90% di tutti i nuovi casi di COVID-19 nel Regno Unito, e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha detto che la variante sarebbe stata responsabile del 90% dei casi dell’UE entro agosto. Negli Stati Uniti, il delta non è stato così prominente, ma la sua presenza è cresciuta. All’inizio di maggio, si stimava che rappresentasse l’1,3% dei nuovi casi. Quella quantità è ora aumentata al 20,6%.

Anche se i funzionari sanitari stanno ancora studiando le sue proprietà, la variante delta è nota per essere più trasmissibile di altre – l’ECDC stima che possa essere dal 40 al 60% più contagiosa della variante alfa, scoperta per la prima volta nel Regno Unito, che è stata a sua volta stimata essere il 60% più trasmissibile del ceppo iniziale del coronavirus.

Per quelli completamente vaccinati, la variante dovrebbe essere meno preoccupante. Uno studio dei ricercatori dell’Università di Oxford ha mostrato che entrambi i vaccini Pfizer e AstraZeneca erano altamente efficaci nel prevenire che la variante delta causasse l’ospedalizzazione. La fiducia nei vaccini è così alta negli Stati Uniti che il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention, Rochelle Walensky, ha definito le morti per COVID-19 “a questo punto interamente prevenibili”.

Questa rassicurazione fornisce poco conforto ai paesi più poveri del mondo, che non hanno tali protezioni; il 99 per cento dei residenti nei paesi a basso reddito rimangono non vaccinati, aumentando la possibilità che altre varianti oltre alle 11 già identificate dall’OMS si sviluppino nei mesi a venire. Con la piena vaccinazione globale non probabile almeno fino al 2024, le spinte vaccinali devono essere accelerate. Scrivendo su Foreign Policy, Anne-Marie Slaughter, Katherine Aguirre, Gordon LaForge e Robert Muggah suggeriscono una soluzione: Rafforzare i centri di impatto come la Global Vaccine Alliance (Gavi).